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Il ruggito della mamma tigre

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In questi giorni sto leggendo il libro di Amy Chua "il ruggito della mamma tigre"  e devo ammettere che pur conoscendo un pò la realtà cinese, questo libro scatena molte riflessioni.

Per chi parla del popolo cinese come stacanovisti e lavoratori indefessi, ambiziosi e senza scrupoli e non comprende come sia possibile che a pochi decenni dalla fine di un'epoca dura e oscura come quella del dominio maoista siano divenuti da contadini affamati l'ago della bilancia dell'economia mondiale, allora consiglio di leggere qualche pagina di questo testo.

Sia ben chiaro: non è un manuale di strategia manageriale,, n'è un trattato di pedagogia su come si debbano crescere i propri figli, tuttavia, il 'metodo cinese' di cui si parla esemplifica chiaramente qualis siano i cardini su cui l'educazione tradizionale cinese si basa.

Conosco i cinesi come popolo con un grande senso del dovere e abilissimim pianificatori del proprio futuro. In un certo senso, una volta identificato l'obiettivo, sono de cecchini che non sbagliano un colpo.

Mi ha colpito in particolar modo un passaggio che ai miei occhi spiega molte situazioni attuali a livello globale ed economico.

Ne cito una parte:

I genitori cinesi credono invece (rispetto ai genitori occidentali) che il modo migliore per proteggerli (parlando die propri figli) sia prepararli al futuro che li aspetta, mostrando loro di che cosa sono capaci e dotandoli di abilità, abnegazione e di una sicurezza di cui nessuno riuscirà mai a privarli.

Questo significa che il bambino cinese,essendo stato sottoposto a tour de force di studio ( e non parlo di materie scolastiche ma di lezioni di musica, lingue o qualsiasi altra materia che possa garantire lui un mattone in più su cui poggiare le fondamenta del suo futuro) e a pressioni estenuanti da parte dei genitori in termini di aspettativa, di richieste e di risultati ( meno del primo posto è un insuccesso), da adulto non avrà problemi nell'identificare i propri mezzi e utilizzarli per raggiungere il proprio obiettivo.

I cinesi lavorano ore e ore senza lamentarsi. Sento dire spesso "sono sfruttati" ma molti non immaginano che spesso anche il proprietario lavora altrettanto se non di più per potersi garantire il risultato atteso, che spesso è ambizioso, ma che comunque raggiunge.

E non accetto obiezioni quali " Amy Chua è americana e vive in modo diverso dai cinesi che si trovano in Italia". Nulla di più sbagliato.

Ho una cara amica appena trentenne che è cresciuta in Italia e che ha aperto una propria attività poco prima di partorire la sua bellissima bimba che ora ha meno di 2 anni e si trova in Cina con la nonna, mentre la mia amica è in Italia e spesso viaggia per lavoro.

Da mamma italiana le ho chiesto se non le mancasse, ma lei, naturalmente, ha risposto:  No non mi manca perchè con lei c'è mia madre e io devo lavorare  per realizzare il mio futuro e per dare a lei un buon futuro.

Io mi starei struggendo dalla tristezza, mentre lei lavora duramente. Questo significa masticare amaro per i cinesi, ma il lavoro duro è preludio di successo.

Quindi, vi consiglio vivamente di iniziare a studiare non solo la lingua ma anche la cultura cinese.

Abbiamo molto da imparare ma senza dimenticarci che un pò di sano divertimento non guasta mai, anzi!

P.s. Per la cronaca, non condivido il metodo cinese: ci sono altrettanti mezzi per poter raggiungere gli stessi risultati!!!!

Francesca Bonati

Fondazione Italia Cina (Italy). Francesca is a project manager of Chinese for Europeans project from Italy. She is experience in creating Chinese courses especially those for Children. Francesca has created many international cooperation with institutions from China.

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